Una delle critiche più frequenti che i viaggiatori di lungo termine (“vagabonders”) si vedono rivolgere viene mossa spesso proprio dai familiari e dalle persone più vicine.
Generalmente questa critica viene espressa con una domanda del tipo: “Non pensi che partire così spesso per lunghi viaggi sia un pò irresponsabile e un modo per scappare dalla realtà e dai tuoi doveri?”
E quando poi ritorni a casa dopo un lungo viaggio per lavorare, in qualche modo pensano che tu abbia validato il loro pensiero e ti sia arreso all’evidenza che il loro mondo sia la “vera realtà”, non i tuoi viaggi.
Questa percezione è piuttosto diffusa; chi fa del viaggio la propria passione e non è interessato a stabilirsi in un luogo fisso e ad avere un lavoro convenzionale a tempo indeterminato, viene immediatamente identificato come qualcuno che vuole fuggire, scappare ad ogni costo dalla realtà.
Il blogger, nonché viaggiatore, Nomadic Matt, ha fornito una brillante risposta a questo tipo di critica nel suo interessantissimo post Everyone says I’m running away, nel quale indubbiamente esprime sentimenti e opinioni comuni a molti vagabonders.
Ecco un buon esempio:
“E a tutti coloro che mi accusano di scappare, devo dirvi una cosa – avete ragione. Avete perfettamente ragione. Sto cercando di evitare la vita. Sto evitando la vostra vita. Sto scappando dal vostro mondo “reale”. Perché, in realtà, io corro incontro ad ogni cosa – incontro al mondo, incontro alle persone, e incontro alla mia idea di libertà. Io corro incontro al mondo, non lontano dai problemi”.
Spesso pretendiamo di imporre il nostro modello di vita alla vita altrui, non accorgendoci che nel nostro modo di vivere siamo spesso comunque in fuga pur restando fermi.....!!
RispondiEliminaquoto francesco, non c'è bisogno di partire per scappare dai problemi e dalle responsabilità...
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